DISCORSO PRONunCIATO DA Giada Melis IL 25 aprile 2015
in piazza Matteotti a Massa Lombarda
Martedì 17 ottobre 1944, una giornata sì da “dimenticare” per Massa Lombarda, ma necessariamente da “ricordare”. L’eccidio delle case Baffè e Foletti testimonia quanto l’uomo possa essere crudele ma, cosa ancor peggiore, un mero esecutore della volontà altrui, quasi fosse l’ingranaggio di una macchina, rinunciando completamente al libero arbitrio, vale a dire la grandezza morale di giudicare e prendere decisioni autonomamente, essendo libero da contingenze e costrizioni esterne. Gli uomini non amano di per sé la violenza né sono malvagi, ma in certe condizioni sociopolitiche diventano carnefici dei loro simili, come meri esecutori dei voleri di chi ha il potere di condizionarli. L’eccidio va necessariamente ricordato, come monito per ogni essere umano affinché nessuno, e sottolineo nessuno, possa cadere nuovamente nella gabbia d’acciaio della banalità del male. La Resistenza deve poi essere assolutamente considerata un elemento essenziale per la formazione civile, sociale e storica delle nuove generazioni. Il ricordo che celebriamo oggi non è un ricordo che abbellisce, non è un ricordo che tranquillizza, non è un ricordo che rappacifica, non è un ricordo che predispone alla festa. È, al contrario, un ricordo pericoloso, perché ci getta in faccia la sua richiesta di fare i conti con i terrori e le speranze che esso evoca: i terrori di ciò che avrebbe dovuto essere. È un ricordo inquietante, che non ci deve lasciare in pace. È un ricordo che serve per non accettare che ormai è una cosa passate e che dobbiamo serenamente guardare avanti. È un ricordo che pretende di non essere dimenticato o scolorito, a pena della perdita del senso del nostro essere popolo di cittadini. La 70esima ricorrenza della Liberazione dev’essere quindi un’importante occasione di riflessione. Non bisogna mai e poi mai dimenticare come la Shoah sia stata alimentata da principi, o presunti tali, “razziali” e “discriminatori” che sono inaccettabili per l’umanità intera, oggi più che mai, visti e considerati gli sviluppi che sta conoscendo la politica italiana. Faccio riferimento a Matteo Salvini, che sta indegnamente cavalcando l’onda dell’insicurezza e della paura dei cittadini italiani per vili intenti elettorali. Senza dimenticare CasaPound, un movimento dichiaratamente ispirato a principi e ideologie fasciste, che avvalorano senza alcuno scrupolo le tesi portate avanti da Salvini stesso. Come nella modernità le parole dell’attuale politica stanno sempre più separando il pensione dell’azione facendoci credere che “i morti che non si vedono non esistono” così come fecero i regimi totalitari con i campi di concentramento. Vorrei concludere il mio breve intervento leggendo alcuni pensieri:
In primo piano Giada Melis
“L’uomo deve capire che siamo tutti uguali di razza, e che nessuno è superiore o inferiore”. Stefano, 8 anni
“Facendo sentire a proprio agio chi si pensa diverso E chi rimane in disparte”. Gloria, 8 anni.
“Bisogna rendersi conto di cosa stai facendo e aiutare anche nazioni diverse a fare la pace e credere nell’amicizia”. Davide
“L’uomo non dovrebbe pensare che ci siano superiori o inferiori”. Arianna
“Basta odio, più amore, meno uccisioni, più bambini...”. Gloria
Vi ho letto queste riflessioni affinché possano essere per ognuno di noi, dal basso della mia presunzione, uno spunto di riflessione, personale e non mediata, per comprendere a fondo la gravità e l’irrazionalità di quanto accaduto in tempi recentissimi nei nostri mari ma anche a pochi chilometri da questa piazza. La tolleranza, nel senso del RISPETTO per le idee, i comportamenti e le convinzioni altrui, anche se in contrasto con le proprie, deve essere alla base del processo di integrazione, integrazione che deve interessare e coinvolgere in primis ognuno di noi senza discriminazione alcuna.
Associazione Nazionale Partigiani d'Italia Sezione "Giuseppe Baffè" di Massa Lombarda e Sant'Agata sul Santerno